Il progetto del centro clinico nasce dall’elaborazione del concetto di psicoterapia democratica come espressione di servizio accessibile a tutti.
La psicoterapia democratica ha come strumento di cura la psicoterapia ad orientamento psicodinamico e come statuto quello di creare delle condizioni di accessibilità ad ampio raggio.
In termini concreti questo si traduce in un tariffario differenziato e conforme a diverse fasce di reddito. Con questa peculiarità si intende colmare una lacerazione creata dal corto circuito tra disagio e possibilità di cura.
In relazione ai tagli riguardanti la sanità pubblica il dipartimento di salute mentale ha ridotto notevolmente le risorse interne e, di conseguenza, la possibilità di cura. Allo stesso tempo la crisi ha reso impraticabile, per buona fetta della popolazione, rivolgersi al privato. L’aumento della crisi economica, la diminuzione delle risorse curanti coincidono inoltre con un aumento del malessere sociale.
All’interno di questa riflessione una risposta a tale paradosso ci è sembrata quella di ideare un sistema di cura che, pur provenendo dal “privato”, possa creare un punto di contatto tra il potenziale professionale di cui il nostro gruppo si è dotato in questi anni di formazione e lavoro e la crescente domanda di cura.
L’adeguamento dei costi alle possibilità dell’utenza ci è sembrato un punto di partenza per riavvicinare la clinica, in quanto istituzione curante, con l’utenza orfana di possibili prese in carico da parte del servizio pubblico.
Questa elaborazione nasce da operatori della salute mentale che sperimentano al contempo le problematiche relative ai cambiamenti delle condizione lavorative e, contemporaneamente, l’impossibilità di inserirsi nel sistema istituzionale deputato alla cura. Da questa condizione di privazione e di precarietà nasce tale proposta che, in questi termini, rappresenta il punto di incontro tra due esigenze: quella di una utenza che viene espulsa o “poco trattata” negli ambiti destinati alla cura e quella di “curanti” che si trovano spesso a dover adeguarsi ad una scelta obbligata, quella di tentare la via del privato.
Organizzare un servizio che possa risultare ibrido, non troppo privato né pubblico, ci è sembrata l’alternativa possibile.
La crisi economica e sociale a cui si tenta di dare risposta attraverso il progetto che presentiamo, non suggerisce soltanto una rimodulazione sul piano fin qui esposto, ma interroga i professionisti che intendono proporsi come fautori di un sistema di cura adeguato alla contemporaneità, anche sul piano prettamente teorico e clinico.
La letteratura degli ultimi anni segnala su più fronti questa necessità ed il progetto del Centro clinico intende corrispondervi, proponendo un’attenzione alle nuove forme di sofferenza psicologica, sia nelle loro declinazioni fenomenologiche, che rispetto alla loro comprensione, concettualizzazione e cura.
Questo progetto ha trovato spazi di elaborazione all’interno del laboratorio di gruppoanalisi, da molti vissuto come l’estensione naturale della scuola di specializzazione, la COIRAG, all’interno della quale tutti noi ci siamo specializzati.
Il laboratorio è il luogo di condivisione di saperi e di commistione, dove gruppi di covisione, supervisione e di studio si avvicendano con l’obiettivo comune di accrescere la riflessione intorno alla pratica psicoterapeutica.
La proposta qui descritta ha trovato un primo punto di concepimento e riflessione in uno di questi spazi per poi essere rilanciato a vari livelli e in differenti gruppi interni ad esso.
Un Centro clinico che si apre al territorio della nostra contemporaneità, non può trascurare tanto la dimensione dell’impoverimento materiale, quanto di quello simbolico-affettivo, qui argomentati.
Il progetto che lo riguarda implica uno sguardo teorico, clinico e politico all’attualità e intende proporre metodi e dispositivi orientati a dare una risposta alle domande esplicite ed implicite che da essa scaturiscono.